sabato 6 giugno 2015

Inno All’Italiota videodipendente trasformato in una fonte di fatturato. Quando se ne accorgerà che lo stanno prendendo per i fondelli?

Siamo assaliti dai rimedi e tutti ci vogliono dare le soluzioni a qualsiasi problema. Esistono anti-tarme, anti-cellulite, anti-rughe, anti età, anti-peli, anti-qualsiasi cosa.
Poi dobbiamo essere sempre connessi, con tablet, smartphone e con lo smartphone parli gratis, questa è la cosa importante : parlare gratis!
Quando ti telefona una compagnia telefonica e ti rompe i coglioni nel poco tempo che passi a tavola con la tua famiglia ti fa sicuramente una proposta molto conveniente.
Ti offre di parlare gratis con un numero e poi ti sodomizza su tutto il resto che fai.
Ma per te italiota la cosa importante è dire che parli gratis con la tua amante.
Così perdi un sacco di tempo al telefono, chatti con Facebook e twitti con lo smartphone, dici un sacco di cazzate e non produci mai nulla di interessante dal punto di vista umano.
Così i tuoi amati politici continuano a spararti  cazzate e tu ci credi proprio perché ti raccontano quello che ti vuoi sentire dire.
Cosa fanno i nostri politici ? Esattamente un cazzo, perché non conta quello che fai, ma conta quello che dici in televisione.
Tu Italiota ci credi (perché vuoi sentirtelo dire) e il politico continua a rapinarti e tu non fai nulla, ti lasci sodomizzare senza avere nessun servizio decente in cambio.
Cosa deve fare un politico moderno ? Esattamente un cazzo, quelli che fanno sono l’Europa e i mercati finanziari.
Se i mercati (adesso le banche d'affari si chiamano così : mercati) fanno bene, il politico è uno giusto che tiene alla gente.
Se fanno male il politico dà la colpa a loro pronunciando la fatidica frase “ce lo chiede l’Europa”.
L’importante è che il politico non abbia mai la colpa in modo che tu Italiota continui a votarlo.
Il voto di scambio, è sempre di moda e tu italiota voti PD o PDL sperando di avere qualcosa in cambio.
A te Italiota, i tuoi genitori che non ti hanno fatto crescere, ma ti hanno sempre mantenuto con il culo nel burro. 
Ti hanno sempre insegnato che vai avanti perché conosci qualcuno non perché sei in gamba.
Quelli in gamba hanno voglia di lavorare, destabilizzano il sistema, costringono a lavorare te che non hai voglia di fare un cazzo e magari sei anche onesto.
Tu che sei onesto e competente devi emigrare all'estero perchè non fai parte del "sistema".
Il politico è sempre in televisione a proporre ricette per uscire dalla crisi che ha provocato lui.
E tu Italiota sei fantastico, ci credi e gli dai il voto perché stavolta sarà la volta buona.
Anche Matteo Berluschino Renzi lancia su twitter gli hashtag #lavoltabuona e tu, per la millesima volta, ci credi.
Ci credi perché non hai ancora finito la pensione della nonna e, fin che non finisce quella, di cambiare qualcosa nella tua vita non te ne frega assolutamente un cazzo.
La colpa è sempre dell’altro.
All’Italiota non piace rispettare il suo avversario ma ama invece insultare il suo avversario.
Esattamente come allo stadio.
Tra un po’ gli adepti della economia bancocentrica a misura di furbetto chiederanno un sepa per addebitarti direttamente il conto corrente e rubare i soldi a termini di legge. 
Ma tu Italiota non ti lamenti perché hai il cervello inebetito da 20 anni di Berlusconi.
L'italiota è dentro la pentola come la rana bollita di Noam Chomsky https://www.youtube.com/watch?v=ZIxJ3PwFl18 e sta morendo esattamente come la rana.
Ma come la rana non ha più la forza di reagire perché inebetito.
Vive in un Matrix ed è ormai convinto che la vita sia la televisione spazzatura della D'Urso.
La televisione deve essere della ultimissima generazione ultrapiatta e con una camionata di pixel di definizione altrimenti non si può raccontare al bar che hai visto in maniera nitida la stringa della scarpa di Messi mentre calciava il pallone.
Poi deve avere anche l’home theatre (già il nome teatro a casa è inquietante) e un sacco di cazzate che non servono a nulla. In questo modo l'italiota resta inebetito e continua a fare sopravvivere Berlusconi e Renzi che continuano a prenderlo per il culo.
La televisione ti illude che qualcosa cambierà perché è dell’ultima generazione ma soprattutto perchèla hai comperata a debito.
Perchè, se vuoi essere un bravo italiota, devi essere indebitato.
Sottoscrivendo il contrattino con le rate da pagare, hai fatto il tuo dovere di buon consumatore e i politici così restano lì e continuano a prenderti per il culo con i banchieri che li fanno eleggere allo scopo.
Ma non ti sei accorto che il sistema bancario non ti chiede più una rata ma ti chiede la vita.
In questo modo ti aiuta a rimanere nella pentola a bollire inerme come la rana.
Ti narcotizza il contratto con il quale parli gratis con tua moglie.
Poi, siccome hai esagerato e hai fatto un contratto dove hai tutto illimitato e passi la tua giornata a sparare cazzate inutili al telefono, ti viene il cancro all’orecchio.
E allora cosa succede ?
Devi andare subito in ospedale a curarti e quindi rimani quello che devi essere fino alla morte : una fonte di fatturato per qualcuno.
In questo caso hai fatto il tuo dovere di consumatore : sei morto a termini di legge e ricevi un premio post-mortem perché hai fatto il tuo dovere facendo fare fatturato e profitti a quelli che ci ammazzano.
Bravo, sei stato bravo!
Magari, se ti informavi un po’ di più e guardavi meno la televisione, la consapevolezza ti faceva campare un po’ di più.
Mangia compra e consuma, questo ci dicono le voci che ci parlano.
Bevi il latte con omega 3.
Non importa se non sai che cazzo sono gli omega 3 l’importante è che bevi e comperi.
Se non sai che il latte con omega 3 contiene del grasso di pesce perché hai guardato la televisione tutta la vita e  sei allergico al pesce, ti gonfi come un pallone bevendo il latte.
Ma cosa te ne importa?
L’importante è che bevi, comperi e fai fatturare qualcuno che ti avvelena.
Quindi, nella moderna televisione, senti milioni di voci che ti parlano.
Dove vanno a finire? Nella tua mente e li rimangono e ti condizionano..
E allora arriva un altro fatturatore mangiasoldi usuraio (ma in giacca e cravatta e tutto certificato ISO) che ti vende rimedi per dimenticare.
Prestazioni di psichiatri, assistenti sociali e altri beceri parassiti dell’umanità che esistono soltanto perché sei tu che decidi di farti prendere per il culo.
Anche se prendi il cancro ti devi comportare bene.
Non devi seguire le diete vegetariane schifose che ti dà il Dott. Berrino e che magari ti fanno guarire senza che le case farmaceutiche fatturino nulla.
Non devi seguire la medicina naturale che magari invece che curarti l’effetto della malattia ti aggredisce la causa e guarisci davvero.
Qual è il problema ? Se guarisci con le cure naturali, non prendi medicine, non fai chemioterapia, non fai radioterapia,
In poche parole non fai fatturare un cazzo ai tuoi padroni.
L’Italiota che guarda la televisione invece è un bravo consumatore e accetta di morire a termini di legge.
In questo modo fa fare fatturato e il PIL aumenta.
Il bravo consumatore fa aumentare il PIL mentre tu becero essere informato non fai aumentare nulla.
Con la ultima legge di stabilità vengono conteggiati sul PIL anche il fatturato delle Escort (una volta era un modello della Ford mentre le puttane a Bologna le chiamavano busone), il traffico di droga e la tratta degli esseri umani.
Quindi forza italiota che hai delle nuove opportunità di business.
Puoi trasformare in tossici tutti i tuoi famigliari maschi così fai aumentare il PIL, mentre i tuoi famigliari femmina li puoi trasformare in escort.
Così diventi ricco rovinando la salute della tua famiglia.
Questa sembra una presa per il culo, ma è esattamente ciò che accade,
l’Italiota fa già così.
Quando va a comprare le schifezze pubblicizzate in televisione al centro commerciale, fa mangiare alla sua famiglia del cibo che fa molto più male della droga.
Quindi, caro italiota, preparati al cambiamento perché, per essere un buon “contributore” al  PIL nazionale devi drogare e far prostituire la tua famiglia.
Pensa che se tua figlia è una bella figa te la potrebbe assumere Silvio tra le olgettine (altro nuovo termine per definire una busona) e tu non fai più un cazzo tutta la vita.
Non ti devi informare, devi credere a quello che ti dice il Professor Calabrese che mangia (o meglio fa mangiare agli altri) gli hamburger di McDonald e consiglia le diete per televisione nei programmi di Vespa.  
E’ utile sapere che il Prof. Veronesi, che ha la sua fondazione sponsorizzata da tutti i più grossi produttori mondiali di tumori, è vegetariano.
E lui sa bene quello che fa male e quello che no.
Tu sei imbottito di sensi di colpa e continui a fare il tuo dovere di bravo consumatore.
Ti sei mai chiesto chi paga Bruno Vespa?
Vespa è pagato dalla pubblicità.
E quando c’è la pubblicità gli ascolti cadono in maniera vertiginosa.
Allora, come mai pagano il programma di Vespa se la loro pubblicità non la guarda nessuno?
Una persona normale direbbe il canone Rai.
Sbagliatissimo.
Con il canone Rai non si paga nemmeno la stringa della scarpa sinistra di Vespa.
E allora chi paga il programma ?
Quelli che pagano la pubblicità che non vede nessuno.
Allora dove sta l’errore?
L’errore sta in questo :
gli sponsor pagano la pubblicità per influenzare quello che dice Vespa e fargli dare messaggi positivi favorevoli a loro.
Tali messaggi influenzano te elettore di Renzi e Berlusconi molto di più della pubblicità che pagano e che non vede nessuno.
Alla fine la pubblicità ritorna quindi a essere quello che è : IL NULLA.
Proprio come Renzi e suo babbo Silvio.
Infatti Silvio ha inventato la strategia del nulla e Renzi la prosegue come suo degno erede.
Gli sponsor che nessuno vuole vedere sono quelli che dettano il contenuto del programma e Vespa sponsorizza prodottoni che tu compri perché te lo dice Vespa.
Dove è la parte subdola della strategia ? Che tu non guardi la pubblicità perché è una rottura di coglioni, ma compri i prodotti perché te lo dice Vespa, che da servo dei potenti quale è, si presta a promuovere veleno per l’umanità.
Tu compri il prodotto e accetti di suicidarti in nome del consumo consapevole (se te lo dice Vespa o un usuraio certificato il consumo diventa consapevole).
Oggi è caldissimo ed è iniziata veramente la stagione estiva, Renzi e Padoan hanno appena finito di dire che va tutto bene. 
Tu italiota devi fare il tuo dovere e quindi fare aumentare il pil. 
Quindi i consigli sono di andare al mare (visto che sei pieno di soldi), drogarsi e andare a puttane per tutto il weekend.
Non chiedermi perché altrimenti non hai capito la lezione televisiva. La ragione è che il PIL aumenta!!!!!!! Non devi pensare alla tua felicità.
La tua felicità non è importante perché non fa aumentare il PIL.

mercoledì 25 febbraio 2015

Una nuova economia con al centro la persona e non il denaro


Proposta di legge sui diritti della “Terra Madre” e la fine del PIL.

Il PIL è un indicatore anacronistico e completamente fuori dai tempi.
E' un indicatore sbagliato che ci fa vedere una realtà che non esiste.
Ho scritto un precedente articolo intitolato “viviamo in un matrix” e il PIL ci fa esattamente vivere così.
Ci fa vedere una realtà che non esiste.
Il terremoto del 2009 in Emilia Romagna (la nostra carissima regione) ha fatto aumentare il PIL, perché il PIL tiene conto solo di quello che si costruisce e non di quello che si distrugge.
Per assurdo, in Emilia Romagna durante il terremoto, il PIL aumenta perché si ricostruisce quello che il terremoto ha distrutto, ma non si tiene conto di ciò che è stato distrutto.
Che indicatore è ? E' un indicatore a misura di banchieri e speculatori ma non a misura delle persone.
Robert Kennedy nel 1968 diceva che Il PIL non misura la bellezza della letteratura, della poesia, delle persone, della natura.
Il PIL non misura se i nostri figli hanno una buona educazione o una buona istruzione. 
Il PIL non misura se le famiglie sono felici e conducono una vita dignitosa.
La crisi dei nostri giorni deriva esattamente da questo.
La ricchezza non viene distribuita su tutte le classi sociali ma viene “accentrata” solo a vantaggio dei più ricchi.
E chi sono i più ricchi? Quelli che appartengono al mondo delle banche e della finanza che “trasferisce” denaro senza produrre ricchezza.
Gli imprenditori che producono ricchezza sono i più penalizzati e si stanno impoverendo ogni giorno di più.
Viene quindi a mancare la cosiddetta “middle class”, quella che il burattino Obama aveva al centro del suo programma politico falso quando è stato eletto presidente degli Stati Uniti (ci aveva addirittura fatto un sito web).
Gli economisti “comprati” dai grandi poteri transnazionali, ci continuano a proporre nuove ricette completamente inutili perché fuori dagli schemi del benessere della popolazione ma solo a vantaggio delle grandi oligarchie finanziarie/criminali.
Dal dopoguerra fino all'entrata dell'Italia nell'Euro (1/1/2002) I poteri erano equilibrati e avevamo la finanza che viveva “al servizio” dell'economia. Praticamente la finanza era una parte della economia e serviva come “leva” a chi voleva perseguire delle politiche di sviluppo.
Quindi, in un certo senso, la finanza aveva un fine “quasi nobile” e cioè era al servizio della economia reale.
Quindi, come abbiamo visto, avevamo la finanza al servizio della economia.
L'economia produce ricchezza e benessere. Tutti i processi commerciali e industriali implicano impiego di manodopera e la lavorazione e la trasformazione di materie. Quindi viene prodotto “valore aggiunto” e “distribuita ricchezza”.
La finanza non produce ricchezza ma sposta solo denaro. Il denaro non produce altro denaro mentre la materia, se lavorata, produce e distribuisce ricchezza.
Io amo dire che la economia produce e distribuisce ricchezza, mentre la finanza sposta ricchezza. E questa ricchezza viene spostata sempre nella direzione opposta delle persone deboli.
La crisi che stiamo vivendo, no è una crisi come quella del dopo seconda guerra mondiale dove la gente non aveva da mangiare.
Quella di oggi, invece è una crisi di sovrapproduzione e distribuzione.
Qualsiasi bene chiediamo viene prodotto in grandissima quantità in qualsiasi parte del mondo.
Il business su cui basare una comunità non deve essere il PIL misurato con la quantità delle colate selvagge di cemento, ma dovrebbe essere il business che deriva dalla cura e dalla salvaguardia del nostro territorio e del nostro paesaggio.
In questo modo è possibile creare tanto benessere per tante persone che svolgono le loro attività sul territorio.
Possiamo lavorare un sacco di anni solo per ristrutturare quel paesaggio che abbiamo rovinato nei decenni precedenti dove si pensava a fare aumentare il pil con tonnellate di cemento.
Non è possibile risolvere una crisi con le stesse ricette che la hanno provocata, ma se la vogliamo risolvere dobbiamo avere un approccio innovativo che sia adatto all'era di internet e non all'era del fax che continua ad esistere ma solo per cercare di favorire qualche troglodita che si rifiuta di fare e ricevere una email.
In Italia ora comanda una gerontocrazia di trogloditi che non sanno nemmeno fare un invio su un computer.
Come possono vedere uno stato 30 anni avanti gente che ne ha 80 o 90?
L'Italia ha il paesaggio più bello del mondo.
In tutto il mondo, con scelte scellerate fatte da politici ignoranti e corrotti, si continua a fare sviluppo con cemento, outlet, centri commerciali e soprattutto fabbriche di armi.
L'occidente produce PIL con le fabbriche di armi e quindi si deve trovare per forza un nemico da combattere. Il nemico se non esiste viene inventato. Da Bin Laden, a Saddam Hussein, a Bashar Al Assad. Se il nemico non esiste l'Occidente Filo-Americano se lo costruisce.
Cos'è la sfida della buona politica dell'occidente? Un nuovo modello di sviluppo non più basato sul pil ma basato su quello che io chiamo “indicatore della felicità” delle persone.
Questo dovrebbe guardare una società moderna : la felicità delle persone e non il PIL.
E' inutile continuino a prenderci per i fondelli parlandoci di produttività. Le macchine sostituiranno sempre di più gli uomini e di posti di lavoro ce ne saranno sempre meno. Noi abbiamo un patrimonio incredibile che è il nostro paesaggio e la nostra cultura.
Questo paesaggio è unico e un cinese non riuscirà mai a farlo per un costo inferiore.
Il paesaggio e la terra sono il nostro patrimonio e dovremmo partire dalla tutela e dalla salvaguardia di essi per costruire una economia sostenibile.
Vediamo come un paese che una volta era un paese del terzo mondo (ora lo stiamo diventando noi e se non cambiamo approccio alla economia lo diventeremo molto presto) sta cercando di andare avanti usando un approccio diverso e valorizzando il proprio territorio e paesaggio.
Questo paese è la Bolivia e la legge si chiama “Legge di Terra Madre”.
Tale legge vede la Bolivia pilota di un nuovo modello sociale ed economico fondato sulla tutela e il rispetto per la natura.
L'obiettivo della Bolivia è quello di diventare il primo paese al mondo a dare alla natura dei diritti legali completi nel tentativo di fermare i cambiamenti climatici e lo sfruttamento del suolo, e per migliorare la qualità della vita per il popolo.
Il progetto è stato sviluppato dai gruppi sociali di base con la partecipazione di tutta la popolazione e approvato dai politici.
La “Legge di Terra Madre” riconosce i diritti di tutti gli esseri viventi, dando al mondo naturale pari dignità degli esseri umani.
Una volta pienamente approvato, la legislazione fornirà alla Terra diritto di:

  • vita e rigenerazione;
  • la biodiversità e la libertà da modificazioni genetiche (gli OGM li lasciamo alla Monsanto negli Stati Uniti);
  • acqua pura;
  • aria pulita;
  • sistemi naturalmente equilibrati;
  • ristrutturazione degli effetti delle attività umane;

La normativa si basa su principi più ampi di vivere in armonia con la Terra e sulla priorità del "bene collettivo".
Il cuore di tutto è la comprensione che la Terra è sacra e nasce dalla visione del mondo andino che vede la “Terra Madre” come un essere vivente.
L'Atto iniziale della legge che definisce i diritti - che è stata approvata dal Congresso nazionale della Bolivia nel dicembre 2010 e apre la strada per la normativa completa - definisce la Madre Terra come una "comunità inscindibile dinamica di tutti i sistemi viventi e di tutti gli organismi viventi, interconnessi, interdipendenti e complementari, che condividono un destino comune. "

Il governo della Bolivia sarà legalmente vincolato a dare priorità al benessere dei suoi cittadini e il mondo naturale attraverso lo sviluppo di politiche che promuovono la sostenibilità e il controllo del settore.

L'economia deve operare entro i limiti della natura e l'obiettivo del sistema paese è quello di lavorare per l'energia e la sovranità alimentare.

Vanno sviluppate le tecnologie relative all'energia rinnovabile va aumentata la efficienza energetica.

Prevenire il cambiamento climatico è un obiettivo fondamentale della legge, che deve proteggere la vita e l'ambiente per le generazioni future.

Il governo chiede che i paesi ricchi aiutino la Bolivia ad adattarsi agli effetti del cambiamento climatico in riconoscimento del debito ambientale che devono per le loro elevate emissioni di carbonio.

Bolivia è paese "Particolarmente vulnerabile per gli effetti dei cambiamenti climatici", secondo un rapporto di Oxfam nel 2009, con l'aumento della siccità, scioglimento dei ghiacciai e inondazioni.

Sulla scena internazionale, il governo avrà un obbligo legale di promuovere la diffusione dei diritti per la Terra Madre.

Dovrà sostenere la pace e l'eliminazione di tutte le armi biologiche, nucleari e chimiche e, a seguito di un cambiamento nella costituzione della Bolivia nel 2009, la legge è parte di una revisione completa del sistema giuridico.

Esso rappresenta un allontanamento dal modello di sviluppo occidentale ad una visione più olistica, basata sul concetto indigeno di “Vivir Bien” (vivere bene).

La proposta di legge afferma: "Vivere Bene” significa adottare forme di consumo, di comportamento e una condotta di vita non degradanti per la natura.

Si richiede un rapporto etico e spirituale con la vita.

La legge del “Vivere Bene” propone come obiettivo la vita e della felicità collettiva.

Il Patto di Unità, un gruppo che rappresenta cinque movimenti sociali boliviani, ha preparato il progetto di legge.

Tali gruppi rappresentano oltre 3 milioni di persone e tutti i gruppi indigeni del paese, la maggioranza dei quali sono piccoli contadini.

Il disegno di legge protegge i loro mezzi di sussistenza e le culture diverse dagli impatti dell'industria.
Undarico Pinto, uno dei leader del movimento sociale “Confederación Sindical Única de Trabajadores Campesinos de Bolivia”, ha detto:
"Si dovrà rendere l'industria più trasparente e collaborare perché fornisca prodotti migliori.
Ciò consentirà di regolamentare l'industria a livello nazionale, regionale e locale. "Ciò significa un cambiamento fondamentale nello sfruttamento della natura e significa affermare che la Madre Terra, è sacra, fertile e la fonte di vita che alimenta e si prende cura di tutti gli esseri viventi nel suo grembo.
La terra è in permanente equilibrio, armonia e comunicazione con il cosmo.

Viene istituito un “Ministero di Terra Madre” per promuovere i nuovi diritti e assicurare che siano rispettati.
L'economia boliviana attualmente dipende per oltre un terzo dalle esportazioni di risorse naturali e quindi dovrà cominciare gradualmente tale processo e ristrutturare tutte le attività in funzione di questo, ma la cosa importante è che si sia cambiato radicalmente approccio alla base economica del paese.
Noi non possiamo fare lo stesso? Cosa ci manca? Ci mancano i politici con la cultura e la capacità di andare contro alle oligarchie che stanno ammazzando il nostro paese. Dobbiamo mandare a casa pacificamente (con qualche piccolo calcetto nel culo) i vecchi ladri e i giovani ignoranti che hanno ammazzato e stanno ammazzando il nostro meraviglioso paese.

sabato 21 febbraio 2015

La Politica Italiana dov'è?

Di Olindo Cervi

Stavo cercando l'intervista di Beppe Grillo alla TV Spagnola e tra le proposte che fa YOUTUBE, me ne è capitata una di una lunga intervista a Rafael Correa, presidente dell'Ecuador. Me la sono andata a guardare e ho pensato alla nostra premiata e amata classe politica renzoberlusconiana.
Rafael Correa è un POPULISTA (nome molto in voga presso i nostri politici) che al suo paese si è permesso di mettere in riga e prendere letteralmente a calci nel culo il Fondo Monetario, la Banca Mondiale e tutti gli speculatori della finanza internazionale in nome del benessere del popolo e del principio economico di redistribuzione della ricchezza.
In questa intervista, Rafel Correa ha detto che risolvere la crisi non è un 
PROBLEMA TECNICO
ma un
PROBLEMA POLITICO
Se portiamo il problema in Italia capiamo che ci manca una cosa : IL POLITICO. 
Al suo posto abbiamo una sequela di buffoni al soldo della finanza internazionale che Correa ha preso a calci nel culo.
Tali enti non hanno fatto nulla di strano, Fanno i loro affari senza guardare in faccia nessuno e passando su tutto e tutti senza nessuna distinzione di classe, razza,cultura e qualsiasi altra cosa. La loro legge è fare profitti a tutti i costi. 
Chi dovrebbe impedire questo ? 
LA POLITICA
E Il Presidente Correa nel suo paese ha fatto esattamente questo.
Vediamo da noi chi dovrebbe e doveva farlo.
La nostra classe polica, per ignoranza abissale, ha ormai segato il ramo sul quale sta seduta.
I sondaggi li danno in caduta verticale con il PD che perde consensi a rotta di collo nei sondaggi veri (non in quelli pubblicati dai TG al loro soldo).
Ma per loro questo dato è inconcepibile. Perché ? Molto semplice : non lo capiscono. 
Si, è proprio così. 
Sono talmente ottusi, ignoranti e chiusi nel loro mondo che non lo capiscono.
Stanno assistendo inermi al loro disfacimento.
Viene normale porsi una domanda. Perché la gente non reagisce a questo sfacelo?
Un ventennio di governo del nano puttaniere, ha creato un popolo di stonati che sognano di fare i puttanieri o i proprietari di una squadra di calcio esattamente come lui. Quindi si è creato un paese assopito a sua misura con un popolo addormentato. 
Adesso vorrebbero che le persone fossero sveglie e piene di idee. Ma dalla loro parte non trovano più niente di questo. Trovano soltanto IL NULLA.
E il NULLA, con la sua alta intelligenza e indipendenza intellettuale da chi si fa rappresentare? Naturalmente dal RE DEL NULLA Matteo Renzi.
Quindi sono rimasti senza idee e soluzioni. Non sanno cosa fare.
Renzi e il suo entourage mentono sapendo di mentire e sperano che la buriana passi
Faranno viaggiare la fantasia ma non funziona più.
I sondaggi sono completamente negativi e i poteri forti che sostengono i politici incapaci lo sanno. 
Ormai i nostri politici non sono più in grado di garantire la tenuta del paese
Gli indici  parlano: Forza Italia va a picco, il PD quasi mentre crescono il Movimento 5 Stelle e l'astensione.
Gli astenuti sono nella stragrande maggioranza ex elettori schifati da PD e PDL. Non credono neppure a una parola di quanto viene loro detto ogni santo giorno sui quotidiani, nei talk show, nei manifesti elettorali. Solo in Piemonte e in Lombardia, Forza Italia perde il 20% del suo elettorato e il PD ne perde il 10%.
Chi gestisce il potere, proprio perchè auto-riflettente, non ha la possibilità di comprendere ciò che accade nella realtà. Sono circondati da un personale ottuso e compiacente, al quale viene richiesta soltanto deferenza servile, in cambio di prebende e privilegi. Quindi, non sono in grado di avere una lettura delle cose aderente alla situazione reale perchè nessuno glie lo spiega per bene. Se ne accorgono soltanto dopo, quando ormai è troppo tardi.
L'ultima trovata di Berlusconi-PD-Scelta Civica va al di là di qualunque commento, ed è la seguente: nel decreto sul lavoro presentato dal governo c'è un emendamento firmato di persona da Berlusconi, evento che lui ha fortemente voluto per dare un segnale al paese che dovrebbe essere di grande impatto, ovvero dimostrare che nonostante sia decaduto come senatore, sia un pregiudicato a tutti gli effetti e sia stato definito "legalmente inabile all'esercizio dei pubblici uffici in ogni sua forma" lui scrive le leggi perchè fa quello che gli pare. Questo fondamentale e osceno dettaglio, va da sè, non è stato propagandato dal PD, ma la notizia è circolata, provocando delle forti reazioni anche da parte di persone estremamente moderate.
Questo specifico particolare non è piaciuto a chi deve investire in Italia, non è piaciuto ai membri che contano nelle commissioni importanti del parlamento europeo, perchè identificano la Repubblica Italiana come una nazione in cui la legalità è stata formalmente cancellata e l'esercizio del Diritto soppresso. Ascoltare alcuni commento in giro per il mondo, oggi, è stato davvero triste.
Le persone ciniche e indifferenti che se ne fregano, seguiteranno a fregarsene.
Ma la parte sana della nazione si è ormai svegliata e comincia perfino a ragionare.
L'ultima statistica dell'Istat dice che sempre più italiani si vanno a informare in rete e non nei talk show televisivi.
La buona notizia è che li guardano sempre meno persone. Non se ne può più.
Per esempio, Conchita de Gregorio aveva lanciato un suo nuovo talk show che ha retto soltanto tre puntate. 
Il potere non capisce come mai.
Sembra che una parte degli italiani stiano migliorando, sembra si siano stufati.
Ci hanno messo un po' troppo a capirlo, ma meglio tardi che mai.
E' penoso (lo dico come italiano) essere testimoni della difesa ad oltranza fatta nei talk show condotti da giornalisti schiavi al loro soldo.
Gli indici statistici dei sondaggi sono impietosi perchè sono impietose le cifre vere sull'Italia rilasciate dagli uffici dell'Unione Europea: l'Italia è l'unica nazione dei 27 paesi che andrà indietro, l'unica in cui la disoccupazione aumenterà, l'istruzione e la cultura decresceranno, l'unico paese dell'Unione in cui l'innovazione tecnologica e la ricerca scientifica non vengono neppure contemplate in sede d'esame; l'unica nazione in cui diminuisce la spesa per i beni culturali e per la diffusione dell'istruzione; ed è chiaro a tutti che dei 120 miliardi di euro di debito nei confronti delle piccole e medie aziende, la Pubblica Amministrazione non verserà un bel nulla. Monti ne aveva stanziati 40, di miliardi di euro "da devolvere subito con effetto immediato" (marzo 2013): non è partito neppure un euro; Letta ne aveva stanziati "25 subito e 25 alla fine di settembre 2013 per chiudere il saldo entro la prima metà del 2014" (maggio 2013): non è partito neppure un euro. Renzi ha annunciato al paese che "intanto cominciamo da oggi a pagare i debiti alle aziende, perchè i 25 miliardi precedentemente stanziati da Letta sono già in viaggio da questa mattina" (2 Marzo 2014). Non è mai partito neppure un euro.
Non soltanto manca la volontà politica.
Ma non ci sono, al governo, le persone atte e adatte per impostare una qualsivoglia manovra.
Questa non è una crisi.
E' l'inizio dello sfaldamento definitivo di un sistema basato sulla corruttela, sulla manipolazione, sulla esaltazione del privilegio garantito a pochi dai partiti-aziende, che sta implodendo sotto gli occhi di tutti.
Se ne accorgerebbe anche un bambino.
Ma la Storia ci insegna che i detentori corrotti di un potere corrotto sono sempre gli ultimi ad accorgersi quando la mura del Palazzo cominciano a sbriciolarsi sulle loro teste.
Pensano sempre di poterla far franca.
Poi, si arriva a un punto di non ritorno e quel sistema salta.
E' accaduto allo scià Pahlevi in Iran, a Menem in Argentina, a Craxi e Andreotti, a Mussolini, a Nixon. Capiterà anche a questi signori che speriamo ci governino ancora per poco.
Indignarsi o scandalizzarsi per ciò che fanno ormai è inutile.
Basta avere un po' di pazienza e aspettare il motore della sega che gira a vuoto. 
Vuol dire che hanno finito di tagliare il loro ramo e stanno cadendo a picco.

Un paese in cui i governanti nascondono ai propri cittadini che fanno redigere le leggi a un delinquente pregiudicato è un paese destinato alla sua distruzione o a un poderoso e rigoglioso ribaltamento dello status quo.
Nel dialetto emiliano si dice "sperom" ("speriamo" per chi non lo sapesse tradurre).

La trappola del debito sovrano

Questo è un vecchissimo articolo datato 2010. Possibile che nessuno abbia ancora imparato niente e che anche il fenomeno Tsipras voglia continuare a negoziare con una associazione a delinquere?
Leggetevi questo che ci dà una idea di come funzionerebbe il mondo libero dalla truffa del debito sovrano.

  • SFUGGIRE ALLA TRAPPOLA DEL DEBITO SOVRANO
    Postato il Mercoledì, 25 agosto 2010

DI ELLEN BROWN
webofdebt.wordpress.com
L’attuale crisi del credito è sostanzialmente una crisi del capitale: in un periodo in cui le banche sono carenti del capitale necessario per garantire i prestiti erogati, vengono innalzati i requisiti sul capitale. Quasi un secolo fa, la Commonwealth Bank of Australia dimostrò che le banche, in realtà, non hanno bisogno di capitale per erogare prestiti – fintanto che il loro credito viene garantito dal governo. Denison Miller, il primo governatore della banca, amava dire che la banca non aveva bisogno di capitale perché “è garantita dalla ricchezza e dal credito dell’Australia intera”. Con nient’altro che questo potere del credito nazionale, la Commonwealth Bank finanziò sia enormi progetti infrastrutturali che la partecipazione del paese alla Prima Guerra Mondiale.
Il presidente John Adams viene citato per aver detto: “Ci sono due modi per conquistare e schiavizzare una nazione. Uno è con le spade, l’altro è con il debito”. Oggi le maggiori conquiste avvengono sul campo di battaglia del debito, una guerra che sta imperversando a livello globale. Il debito costringe i cittadini a cadere nella schiavitù finanziaria nei confronti delle banche e costringe i governi a cedere la sovranità ai creditori, che alla fine sono banche private, artefici di tutto il denaro non in contanti odierno. In Gran Bretagna, dove la Banca d’Inghilterra è di proprietà del governo, il 97% dell’offerta monetaria viene emessa privatamente dalle banche sotto forma di prestiti. Negli Stati Uniti, dove la banca centrale è di proprietà di un consorzio privato di banche, la percentuale è addirittura maggiore. La Federal Reserve emette Banconote della Federal Reserve (vale a dire banconote di dollari) e le presta alle altre banche, che a loro volta le prestano ad interesse ai cittadini, alle imprese, ai governi locali e al governo federale.
Questo è vero oggi ma in passato ci sono stati dei modelli di successo nei quali il governo stesso emetteva la moneta nazionale, sia sotto forma di banconote che di credito della nazione. Un esempio lampante di questo approccio illuminato al denaro e al credito fu la Commonwealth Bank of Australia, che operò con ottimi risultati come banca di proprietà del governo per la maggior parte del ventesimo secolo. Invece di emettere “debito sovrano” – obbligazioni federali che indebitano la nazione facendole pagare interessi all’infinito – il governo, tramite la Commonwealth Bank, emetteva “credito sovrano”, credito che la nazione anticipava al governo e ai suoi organi costitutivi.
I risultati della banca furono particolarmente rilevanti considerando il fatto che nel corso dei primi otto anni, dal 1912 al 1920, non aveva la facoltà di emettere la moneta nazionale ed operava senza un capitale iniziale.
Sir Denison Miller, governatore della banca dalla sua creazione nel 1912 al 1923, fu citato sulla stampa australiana il 7 luglio 1921 per aver detto: “Vi sono le intere risorse dell’Australia dietro a questa banca. Questo continente è forte, e forte sarà la Commonwealth Bank. Potrà essere realizzata qualsiasi cosa che i cittadini australiani concepiranno in modo intelligente e appoggeranno in modo leale”.
Non si trattava solamente di strombazzate giornalistiche. In un articolo del 2001 dal titolo “Come viene creato il denaro in Australia”, David Kiss scrisse in merito ai primi risultati raggiunti dalla banca:
La Commonwealth Bank, costituita dal governo australiano, raggiunse risultati sorprendenti mentre era ancora la banca “del popolo”, prima di venire paralizzata da successive decisioni del governo e, infine, venduta. In un periodo in cui le banche private chiedevano un 6% di interesse per i prestiti, la Commonwealth Bank finanziò gli sforzi bellici australiani della Prima Guerra Mondiale dal 1914 al 1919 con un prestito di 700.000.000 di dollari ad un tasso di interesse inferiore all’1%, facendo quindi risparmiare agli Australiani qualcosa come 12 milioni di dollari di oneri bancari. Nel 1916 rese disponibili dei fondi a Londra per l’acquisto di 15 piroscafi mercantili per sostenere le crescenti esportazioni dell’Australia. Fino al 1924 i benefici che ricadevano sulla popolazione australiana grazie alla loro banca erano costanti. La banca finanziò consorzi per il commercio di frutta e marmellate fino a 3 milioni di dollari, trovò 8 milioni di dollari per le abitazioni australiane mentre ai governi locali, per la costruzione di strade, linee tranviarie, porti, gasdotti, centrali di energia elettrica e via dicendo erogò prestiti per 18,72 milioni di dollari. Pagò 6,194 milioni di dollari al governo del Commonwealth tra il dicembre 1920 e il giugno 1923 – i profitti del suo Dipartimento per l’Emissione di Banconote – mentre nel 1924 aveva realizzato da sola utili per 9 milioni di dollari, disponibili per riscattare il debito. Il governatore della banca dalla mentalità così indipendente, Sir Denison Miller, utilizzò il potere di credito della banca dopo la Prima Guerra Mondiale per salvare gli australiani dalla situazione di depressione che veniva imposta negli altri paesi... Nel 1931 fusioni con altre banche trasformarono la Commonwealth Bank nel più grande istituto di risparmio d’Australia, catturando il 60% dei risparmi della nazione”.
Sfruttare il potere segreto del sistema bancario per il bene pubblico.
La Banca del Commonwealth fu in grado di raggiungere simili risultati con così poco perché sia il suo primo governatore, Denison Miller, che il suo primo e più fervido sostenitore, King O’Malley, erano loro stessi dei banchieri e conoscevano il segreto del sistema bancario: le banche creano il “denaro” che prestano annotando semplicemente delle voci contabili nei conti di deposito dei mutuatari.
Questo segreto bancario fu confermato da un certo numero di vecchi addetti ai lavori nell’ambiente bancario. Nel 1998, in un documento intitolato “Manufacturing Money”, l’economista australiano Mike Mansfield citò Reginald McKenna, ex Ministro del Tesoro britannico, che dichiarava agli azionisti della Midland Bank il 25 gennaio 1924: “Temo che al cittadino comune non piacerà il fatto che gli venga detto che le banche possono creare e distruggere il denaro. La quantità di denaro in circolazione varia solamente grazie all’azione delle banche che aumentano o diminuiscono i depositi e operano acquisti bancari. Sappiamo come avviene tutto questo. Ogni prestito, ogni fido, ogni acquisto bancario crea un deposito e ogni estinzione di un prestito, di un fido o di una vendita bancaria distrugge un deposito”.
Il dottor Coombs, ex governatore della Reserve Bank of Australia, affermò in un discorso ufficiale presso l’Università del Queensland il 15 settembre 1954: “Quando una banca presta denaro, questo passa nelle mani della persona che lo prende a prestito senza che nessuno ci perda alcunché. Ogni volta che una banca presta denaro vi è di conseguenza un aumento della quantità totale di denaro a disposizione”.
Ralph Hawtrey, assistente del Sottosegretario al Tesoro britannico negli anni Trenta, scrisse in Trade Depression and the Way Out: “Quando una banca presta denaro, crea questo denaro dal nulla”. Nel suo libro intitolato The Art of Central Banking, Hawtrey spiega meglio questo concetto: “Quando una banca presta denaro, crea credito. Rispetto al prestito che viene inserito nella sezione delle attività, esiste un deposito inserito nella sezione delle passività. Ma gli altri prestatori non hanno il potere mistico di creazione dal nulla del mezzo di pagamento. Ciò che prestano deve essere denaro che hanno acquisito attraverso le loro attività economiche”.
Le banche possono fare quello che nessun altro può fare: “creare dal nulla il mezzo di pagamento”. I lungimiranti fondatori della Commonwealth Bank combinarono questo segreto bancario ben custodito con il servizio pubblico.
Il crollo bancario del 1983 genera un nuovo modello di banca pubblica
La Commonwealth Bank fu fondata in una situazione simile a quella di oggi: il paese aveva da poco subito un enorme tracollo del sistema bancario. Negli anni novanta dell’Ottocento, tuttavia, non esistevano le garanzie da parte dell’FDIC, non c’era la previdenza sociale, non c’erano gli ammortizzatori sociali per i disoccupati che potessero attutire il colpo. La gente che pensava di passarsela bene improvvisamente si trovò a non avere più nulla. Non potevano ritirare i propri risparmi, emettere assegni o vendere i propri prodotti o le proprie abitazioni dato che non c’era più denaro con cui acquistarli. Cittadini disperati si gettavano nel vuoto dai ponti o si buttavano sotto ai treni.
Qualcosa doveva essere fatto.
La risposta del governo laburista fu quella di approvare un disegno di legge nel 1911 che comprendeva una norma per una banca di proprietà pubblica che sarebbe stata garantita dei beni del governo. Con un’iniziativa rara per quei tempi, la banca avrebbe avuto un’attività sia di risparmio che di gestione bancaria generale. Era anche la prima banca australiana a ricevere una garanzia del governo federale.
Jack Lang era il ministro del Tesoro australiano nel governo laburista del 1920-21 e primo ministro del Nuovo Galles del Sud nel corso della Grande Depressione. Figura controversa, fu sollevato dall’incarico dopo essersi rifiutato di ripagare prestiti contratti con i banchieri di Londra. Nel libro The Great Bust: The Depression of the Thirties (McNamara’s Books, Katoomba, 1962), Lang descrisse i trionfi e le tribolazioni della Commonwealth Bank con dettagli significativi:
Il Partito Laburista decise che una banca nazionale, garantita dei beni del governo, non fallirebbe in periodi di tensione finanziaria. Si rese anche conto che una simile banca sarebbe stata una garanzia per la disponibilità di fondi per la costruzione di case ed altre necessità. Dopo il crollo delle imprese edili, c’era una grande scarsità di denaro per simili attività”.
 “… Principale sostenitore della causa di una Banca del Commonwealth era King O’Malley, un pittoresco americano-canadese ... prima di arrivare in Australia aveva lavorato in una piccola banca di New York, di proprietà di uno zio… era rimasto molto colpito dal modo in cui lo zio aveva creato il credito. Una banca poteva creare il credito, e allo stesso tempo fabbricare il debito per equilibrarlo. Questa fu la grande scoperta della carriera bancaria di O’Malley. Imbonitore nato, aveva una voglia sfrenata di fare le cose in grande. Iniziò la sua carriera politica nell’Australia meridionale sostenendo una banca commerciale. Nel 1901 fu eletto nel primo Parlamento Federale come monogruppo di pressione per costituire una banca del Commowealth, e aderì al Partito Laburista con questa intenzione”.
King O’Malley insisteva sul fatto che la Commonwealth Bank dovesse avere il controllo dell’emissione delle proprie banconote ma tutti i suoi sforzi furono vani – fino al 1920, quando la banca rilevò l’emissione della valuta nazionale, come fu autorizzata a fare nel 1913 la Federal Reserve negli Stati Uniti. Questo rappresentò l’inizio del potere come banca centrale della Commonwealth Bank. Ma già prima di avere questo potere la banca era in grado di finanziare su vasta scala le infrastrutture e l’apparato militare, e lo aveva fatto senza avere un capitale iniziale. Questi risultati furono dovuti principalmente all’intuito e all’audacia del primo governatore della banca, Denison Miller.
Gli altri banchieri, temendo la concorrenza, avevano pensato che l’inserimento di uno dei propri uomini come governatore della banca potesse tenerla in riga. Ma non avevano fatto i conti con il loro rappresentante indipendente, che aveva visto l’opportunità di una banca garantita dal governo e si preparò per renderla il migliore istituto che il paese avesse mai conosciuto. Così Lang racconta la vicenda:
La prima prova arrivò quando fu necessario prendere una decisione riguardo al capitale necessario per avviare una banca di quel genere. Secondo la legge, il Commonwealth aveva il diritto di vendere ed emettere titoli obbligazionari per un totale di 1 milione di sterline. Alcuni avevano addirittura pensato che quella somma sarebbe stata insufficiente, considerando quello che era accaduto nel 1893...”
 “Quando Denison Miller lo venne a sapere, la sua risposta fu che non era necessario alcun capitale”.
Miller si guardò bene dall’andare dai politici a chiedere soldi. Poteva  farcela senza un capitale. Come King O’Malley, sapeva come funzionava il  sistema bancario (tutto questo, ovviamente, avveniva prima degli  attuali requisiti sul capitale imposti da oltre frontiera dalla banca  delle banche centrali, la Banca per i Regolamenti Internazionali). Lang  continua:
 “Miller era l’unico dipendente. Aveva trovato un piccolo ufficio… e  aveva chiesto al Tesoro un anticipo di 10.000 sterline. Questa fu  probabilmente la prima e unica volta che il Commonwealth prestò alla  banca dei soldi. Dal quel momento in poi, tutto andò nella direzione  opposta”.
 “… Nel gennaio 1913, Miller aveva completato i preparativi per aprire  una banca in ogni stato del Commonwealth, tra cui anche una  rappresentanza a Londra. Il 20 gennaio 1913, tenne un discorso nel quale  dichiarava che la nuova Commonwealth Bank apriva le proprie attività.  Queste furono le sue parole:
 “Questa banca è stata creata senza un capitale, perché nessun capitale è  richiesto al momento, ma è garantita dalla ricchezza e dal credito  dell’Australia intera”.
 “In quelle poche e semplici parole risiedevano lo statuto della banca e  il credo di Denison Miller, che non smetteva mai di ripetere. Aveva  promesso di fornire agevolazioni per espandere le risorse naturali del  paese, e che sarebbe stata sempre una banca dei cittadini. ‘Non c’è  dubbio che con il tempo sarà elencata come una delle più grandi banche  del mondo’ aggiunse in tono profetico.”
 “... Pian piano alle banche private apparve chiaro che potevano aver  allevato una serpe in seno. Erano così concentrate sui rischi di dover  lottare contro la socializzazione bancaria che non si erano rese conto  che avevano molto più da temere dalla concorrenza di un banchiere  ortodosso, che aveva alle spalle le risorse del paese.”
 “… Una delle prime dimostrazioni della sua fermezza arrivò quando la  Melbourne Board of Works scese sul mercato alla ricerca di denaro per  estinguere vecchi prestiti, e per procurarsi anche nuovo denaro. Fino a  quel momento, a parte i Buoni del Tesoro e gli anticipi provenienti  dalle proprie Casse di risparmio, i governi dipendevano dai prestiti  oltremare provenienti da Londra... oltre ad avere dei vincoli rigidi di  sottoscrizione, avevano anche scoperto che non potevano aspettarsi più  di 1 milione di sterline al 4 per cento, 97,5 netto.
 “Allora decisero di rivolgersi a Denison Miller, che aveva promesso di  garantire condizioni speciali a quegli istituti. Miller si offrì  immediatamente di prestare 3 milioni di sterline a 95, su cui si sarebbe  applicato un tasso di interesse del 4 per cento. L’accordo fu concluso  all’istante. Quando gli fu chiesto dove la sua giovane banca avesse  raccolto tutto quel denaro, Miller rispose: ‘Sul credito della nazione.  E’ illimitato’”.
 Un’altra prova importante arrivò nel 1914 con la Prima Guerra Mondiale:
 “La prima reazione fu il rischio che la gente potesse correre agli sportelli a ritirare i propri risparmi. La banche si resero conto che erano ancora vulnerabili se questo fosse avvenuto, avevano ancora paura di un altro Venerdì Nero. “Ci fu una riunione organizzata in fretta e furia dai principali banchieri. Alcuni riferirono che c’erano indicazioni del fatto che una  corsa era già iniziata. Denisor Miller sostenne poi che la Commonwealth  Bank, per conto del Commonwealth, avrebbe appoggiato ogni banca in  difficoltà... Questo fece cessare il panico e collocò Miller in prima  fila. Ora, per la prima volta, la Commonwealth Bank stava prendendo  l’iniziativa. Gli ordini li stava dando, e non prendendo...”
 “Denison Miller... controllava praticamente i finanziamenti bellici. Il  governo non sapeva come si potevano ottenere questi soldi. Miller sì”.
 E quest’interessante storia continua. Miller morì nel 1923 e nel 1924 i  banchieri ripresero il controllo della Commonwealth Bank, strozzandone  le attività e impedendole di salvare gli australiani dalle devastazioni  della Depressione degli anni Trenta. Nel 1931, il consiglio di  amministrazione della banca entrò in conflitto con il governo laburista  di James Scullin. Il presidente della banca si rifiutava di estendere il  credito, in risposta alla Grande Depressione, a meno che il governo  avesse tagliato le pensioni, cosa che Scullin rigettò. Il conflitto che  circondò la vicenda portò alla caduta del governo e alle richieste da  parte dei laburisti di riformare la banca e un maggiore controllo  diretto del governo sulla politica monetaria.
 La Commonwealth Bank ricevette quasi tutti i poteri di una banca  centrale grazie ad una legge di emergenza approvata nel corso della  Seconda Guerra Mondiale, e alla fine del conflitto bellico utilizzò  questi poteri per iniziare una fortissima espansione dell’economia. In  soli cinque anni vennero aperte centinaia di filiali in tutto il paese.  Nel 1958 e nel 1959, il governo divise in due la banca, concedendo le  funzioni di banca centrale alla Reserve Bank of Australia mentre la  Commonwealth Bank Corporation conservava le proprie funzioni di banca  commerciale. Entrambe le banche, comunque, rimanevano di proprietà  pubblica.
 Alla fine la Commonwealth Bank aveva filiali in ogni città e zona di  periferia, mentre nelle zone rurali aveva una rappresentanza in ogni  ufficio postale e in ogni emporio. Essendo la banca più grande del  paese, stabiliva i tassi e decretava la politica, che gli altri dovevano  seguire per paura di perdere clienti. La Commonwealth Bank fu  ampiamente percepita come una polizza di assicurazione contro gli abusi  da parte delle banche private, in modo da garantire che chiunque avesse  accesso ad un sistema bancario equo. La Commonwealth Bank operò come una  banca interamente di proprietà dello stato fino agli anni Novanta,  quanto fu privatizzata e dunque gli interessi si spostarono verso la  massimizzazione dei profitti, con una costante e massiccia chiusura  delle filiali e delle agenzie, il licenziamento in massa dei dipendenti e  la riduzione delle modalità di accesso ai bancomat e al pagamento in  contanti alle casse dei supermercati. Ora è diventata un’altra costola  del cartello bancario ma i suoi sostenitori ribadiscono che una volta  rappresentava la linfa vitale del paese.
 In Australia oggi c’è un rinnovato interesse nel ristabilire una banca  di proprietà pubblica sul modello della Commonwealth Bank. Gli Stati  Uniti e gli altri paesi farebbero bene anche a considerare questa  possibilità.
 Un ringraziamento speciale a Peter Myers per la riproduzione di ampi  brani del libro di Jack Lang nella sua newsletter settimanale.